L’amore di Gesù è un amore che non giudica, ma perdona. Un amore che non condanna, ma salva. Un amore che non esclude, ma accoglie. Un amore che non umilia, ma rialza.

Questo amore si manifesta in modo straordinario nella scena del Vangelo in cui Gesù incontra una donna sorpresa in adulterio e minacciata di lapidazione. I farisei e gli scribi vogliono mettere Gesù alla prova e chiedono a lui di pronunciare una sentenza secondo la legge di Mosè. Ma Gesù non cade nella loro trappola. Egli si china e scrive per terra con il dito, come a dire che è lui il legislatore divino, il solo che può giudicare. Poi si alza e dice a quelli che la accusano: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Con queste parole, Gesù rivela la loro ipocrisia e li costringe a fare i conti con la propria coscienza. Uno dopo l’altro, se ne vanno, lasciando sola la donna con Gesù.

Gesù allora le chiede: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. La donna risponde: “Nessuno, Signore”. E Gesù le dice: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. Con queste parole, Gesù le dona il perdono e la libertà. Non la condanna per il suo passato, ma le apre un futuro di speranza. Non la respinge per il suo peccato, ma la accetta come persona. Non la umilia per la sua colpa, ma la rialza con la sua misericordia.

Questo è l’amore di Gesù, un amore che cambia la vita. Un amore che ci invita a non giudicare, ma a perdonare. Un amore che ci chiede di non condannare, ma di salvare. Un amore che ci esorta a non escludere, ma ad accogliere. Un amore che ci sprona a non umiliare, ma a rialzare. Un amore che ci chiama a seguire il suo esempio e a dire anche noi a chi ci ha offeso: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.