Sansone è uno dei personaggi più famosi e affascinanti della Bibbia. La sua storia si trova nel Libro dei Giudici, che racconta le vicende degli Israeliti tra il XIII e l’XI secolo a.C., quando erano oppressi dai Filistei, un popolo di origine indoeuropea che si era stabilito sulla costa palestinese.
Sansone era un nazireo, cioè una persona consacrata a Dio fin dal concepimento, che doveva osservare alcune regole, tra cui non tagliarsi mai i capelli, fonte della sua forza sovrumana. Sansone era anche un uomo passionale, attratto dalle donne filistee, che spesso gli causavano dei guai.
Le sue imprese sono leggendarie: uccise un leone a mani nude, bruciò i campi dei Filistei con trecento volpi, uccise mille Filistei con una mascella d’asino, si liberò dalle corde con cui era stato legato dagli Israeliti per essere consegnato ai nemici, fece crollare il tempio di Dagon, il dio dei Filistei, uccidendo migliaia di persone e morendo con loro.
La sua storia è anche una storia d’amore e di tradimento, con la celebre Dalila, la donna filistea che lo sedusse e lo convinse a rivelarle il segreto della sua forza, tagliandogli i capelli mentre dormiva e consegnandolo ai Filistei, che lo accecarono e lo ridussero in schiavitù.
Sansone, un modello per la vita quotidiana?
Cosa possiamo imparare dalla storia di Sansone? Possiamo trarre delle lezioni di vita da questo eroe biblico? A prima vista, potrebbe sembrare difficile identificarsi con un personaggio così straordinario e lontano dalla nostra realtà. Tuttavia, possiamo trovare dei punti di contatto e di riflessione.
Sansone ci insegna innanzitutto il valore della chiamata di Dio a una missione particolare. Sansone era stato scelto da Dio per liberare il suo popolo dall’oppressione dei Filistei, e per questo aveva ricevuto dei doni speciali. Dio ha per ognuno di noi un progetto ben preciso, che dobbiamo scoprire e realizzare, usando i talenti che ci ha dato.
Sansone ci insegna anche il valore della fedeltà, cioè del rispetto degli impegni presi con Dio e con gli altri, anche se spesso tradiva la sua chiamata, cedendo alle tentazioni delle donne filistee, che lo allontanavano da Dio e dal suo popolo. Questo gli costò caro, perché perse la sua forza, la sua libertà e la sua vista. Solo alla fine, pentito, si rivolse di nuovo a Dio, che gli restituì la sua forza per compiere l’ultima impresa. Anche noi dobbiamo essere fedeli alla nostra chiamata, evitando di cadere nel peccato, che ci indebolisce e ci rende schiavi. Se invece pecciamo, dobbiamo ricorrere al perdono di Dio, che ci rinnova e ci dà la forza di ripartire.
Sansone ci insegna infine il valore del sacrificio, cioè della capacità di dare la vita per una causa giusta. Sansone morì per liberare il suo popolo dai Filistei, compiendo un atto di eroismo e di amore. Anche noi siamo chiamati a sacrificare noi stessi per il bene degli altri, seguendo l’esempio di Gesù, che ha dato la sua vita per la salvezza del mondo. Il sacrificio non è solo una rinuncia, ma anche una fonte di gioia e di pace, perché ci fa partecipare alla vita di Dio, che è amore.