“Nei suoi giorni il giusto fiorirà, e vi sarà abbondanza di pace finché non vi sia più luna. Davanti a lui si inchineranno gli abitanti del deserto e i suoi nemici leccheranno la polvere.”
(Salmi 72:7, 9 IRB20)
Il Salmo 72 esprime una preghiera per un re giusto, un re che, nel governare il popolo di Dio, promuove la giustizia e la pace. In questo contesto, il salmista richiama l’immagine di un regno ideale, dove prosperano il giusto e la pace, e dove la benevolenza e la forza del re suscitano rispetto e sottomissione, persino tra i nemici.
Verso 7: Abbondanza di pace e prosperità
“Nei suoi giorni il giusto fiorirà, e vi sarà abbondanza di pace finché non vi sia più luna.” Questo verso esprime una promessa di abbondanza e di pace durevole. La fioritura del giusto è il segno di un’epoca benedetta: quando il giusto governa e agisce secondo la volontà di Dio, la pace non solo è possibile, ma diventa abbondante e costante. Questa immagine ci parla del desiderio umano di stabilità, di una pace che non sia solo momentanea, ma permanente.
Anche oggi, la pace è un ideale ambito. Viviamo in un mondo che sembra costantemente agitato da conflitti e divisioni; tuttavia, questo verso ci invita a riflettere sulla fioritura del giusto come sorgente di pace. La giustizia, che si esprime nel rispetto e nell’amore per il prossimo, può portare alla pace nelle nostre vite personali, nelle famiglie, nelle comunità e persino a livello globale. La promessa di pace si realizza là dove le persone si impegnano a vivere secondo la giustizia e i principi di Dio.
Verso 9: La sottomissione degli avversari
“Davanti a lui si inchineranno gli abitanti del deserto e i suoi nemici leccheranno la polvere.” Qui il salmista raffigura un’immagine di vittoria e sottomissione dei nemici. Questo verso non incita alla violenza, ma rappresenta la potenza e l’autorità del re giusto di fronte a tutte le forze di opposizione. Gli “abitanti del deserto” e i “nemici” possono essere visti come simboli di coloro che si oppongono alla giustizia e alla pace di Dio.
Oggi possiamo vedere questo verso come un incoraggiamento a confidare nella forza della giustizia di Dio. Quando affrontiamo opposizioni, difficoltà o ingiustizie, siamo chiamati a non scoraggiarci, ma a confidare in una giustizia che trionfa sempre alla fine. I “nemici” possono essere i problemi o le difficoltà che ci oppongono, ma, di fronte alla fedeltà al bene, essi non possono resistere. È un invito a rimanere saldi nella nostra fede e nei valori divini, sapendo che questi trionferanno, portando il nostro cuore in una pace duratura.
Applicazione nella vita quotidiana
La meditazione di questi versi ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità personale e comunitaria nella promozione della giustizia e della pace. Oggi, essere “giusti” significa vivere con integrità, fare del bene senza cercare riconoscimenti, essere esempio di rettitudine e di compassione. Mentre lo facciamo, diventiamo portatori di pace, che è il riflesso della giustizia vissuta in modo autentico.
Questi versi ci ricordano anche che, nonostante le avversità, possiamo avere fiducia nella vittoria del bene. Il cammino della giustizia non è privo di ostacoli, ma Dio ci invita a perseverare e ci assicura che la pace abbondante e il trionfo finale sono doni che Lui riserva ai giusti.
In ogni ambito della vita – nelle relazioni personali, nel lavoro e nella società – possiamo cercare di far fiorire la giustizia e portare pace, certi che, come promesso, il giusto fiorirà e la pace abbondante di Dio sarà con noi finché “non vi sia più luna”.