Meditando sul passo di II Corinzi 8:10-11, mi sono soffermato sulle parole di Paolo:

“E in questo do un consiglio; conviene a voi, che fin dall’anno scorso avete cominciato, non solo a fare, ma anche a volere; ora compite pure il fare, affinché, come ci fu la prontezza del volere, così vi sia pure il compimento secondo i vostri mezzi.”

Questo versetto mi ha spinto a riflettere su quanto sia importante non fermarsi alla semplice intenzione o al desiderio, ma tradurre tutto questo in azioni concrete. Non è forse vero che, troppo spesso, nella mia vita mi sono trovato a fare grandi propositi senza poi portarli a termine? Paolo qui mi ricorda che non basta voler fare il bene, ma è necessario completare ciò che ho iniziato.

Il Fare come Atto di Coerenza e di Fede

Ciò che mi colpisce di questo passaggio è il richiamo alla coerenza. È facile lasciarsi entusiasmare da un’idea, immaginare un grande progetto o promettere aiuto, ma portare tutto questo fino in fondo è un’altra cosa. Mi rendo conto che il fare richiede impegno, costanza e determinazione. Non posso dire di essere fedele alla mia chiamata se non traduco la mia fede in opere concrete.

Mi piace pensare che ogni gesto, anche il più semplice, possa essere una testimonianza di fede. Non si tratta di compiere azioni straordinarie, ma di essere autentico e fedele nel mio piccolo.

Compiere Secondo i Propri Mezzi

Un aspetto che mi rassicura è l’invito di Paolo a fare “secondo i propri mezzi”. Non devo sentirmi schiacciato dal peso di dover fare tutto o di dover essere perfetto. Dio non mi chiede l’impossibile, ma di fare il meglio con ciò che ho. Questo mi dà serenità, perché so che anche un piccolo gesto, fatto con amore, ha un valore immenso agli occhi di Dio.

Il Fare come Manifestazione dell’Amore Cristiano

Mi torna spesso in mente l’esempio di Gesù. Lui non si è limitato a insegnare o a predicare, ma ha agito: ha guarito i malati, ha sfamato le folle, ha servito gli ultimi. Guardando a Lui, mi rendo conto che la mia fede non può essere solo un pensiero o un sentimento, ma deve essere viva, incarnata nelle azioni di ogni giorno.

Mi sento interpellato anche dalle parole di Giacomo: “La fede senza le opere è morta” (Giacomo 2:26). Ogni gesto che compio, anche il più piccolo, è un modo per rendere visibile l’amore di Dio. Questo pensiero mi dà forza e mi spinge a non arrendermi, anche quando il cammino sembra difficile.

Il Fare come Risposta alla Grazia

C’è un altro aspetto in questo versetto che trovo profondamente liberatorio: il fare non è qualcosa che dipende solo dalle mie forze. Paolo ci ricorda che è Dio a operare in noi, dandoci i mezzi per agire. Ogni azione buona che riesco a compiere è, in realtà, una risposta alla grazia di Dio. Questo mi aiuta a vivere con umiltà, sapendo che non sono solo nel mio cammino e che tutto ciò che faccio è reso possibile dal suo amore.

Ripensando a questo passo, mi sento spinto a mettere in pratica ciò che credo. Non voglio che le mie buone intenzioni rimangano vuote, ma desidero tradurle in azioni che possano fare la differenza, anche nel piccolo. Mi impegno a completare ciò che inizio, a essere fedele nei miei propositi e a vivere con amore e dedizione ogni giorno, sapendo che ogni gesto, per quanto semplice, può diventare un segno tangibile della presenza di Dio nel mondo.

Spero di poter dire, come Paolo, di aver fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità, secondo i doni e i mezzi che Dio mi ha dato. E questo mi dà speranza e forza per andare avanti.